mercoledì 27 novembre 2013

AVVENTO, TEMPO TRA IL "GIA'" E IL "NON ANCORA"

L'Avvento, il tempo liturgico che va dai primi Vespri della domenica più vicina al 30 novembre a prima dei primi Vespri di Natale, è alle porte.
Il termine deriva dal latino adventus e significa "venuta, arrivo". Si è soliti affermare, anche giustamente, che l'Avvento è il tempo liturgico propizio per prepararsi al Natale; eppure esso non può limitarsi ad una preparazione, seppur spiritualmente significativa, di un avvenimento accaduto 2.000 anni fa, la nscita di Cristo. S.Cirillo d'Alessandria, nelle sue Catechesi, affermava: "non limitiamoci a meditare solo la prima venuta di Gesù, ma viviamo in attesa della seconda". Infatti i due eventi sono in stretto rapporto tra loro e si richiamano a vicenda.
Nella stessa parola "Avvento" si esprime un particolare intreccio tra passato e futuro: nel misterioso disegno di salvezza che Dio ha pensato per l'umanità, l'Incarnazione nel tempo di Gesù, avvenuta 2.000 anni fa, si compirà definitivamente come evento salvifico alla fine dei tempi, quando il Signore tornerà nella gloria. 
Tra il "già" e il "non ancora" della salvezza, c'è il tempo dell'attesa. L'Avvento si presenta come il tempo dell'attesa del compiersi della salvezza: nell'attesa gioiosa della festa del Natale (il 'già'), siamo orientati verso il ritorno glorioso del Signore (il 'non ancora'), "quando egli trasfigurerà il nostro corpo mortale ad immagine del suo corpo glorioso".
La seconda venuta di Cristo, alla fine dei tempi, è tema ricorrente soprattutto nelle prime settimane di Avvento ed è in stretto rapporto con la prima venuta: la certezza della venuta di Gesù nella carne si incoraggia ad attendere il suo ritorno nella gloria.
Vivendo oggi l'attesa del ritorno glorioso di Cristo, potremmo dire che siamo continuamente "in Avvento", cioè siamo chiamati all'attesa e alla vigilanza perseverante.
L'immagine di Chiesa che si addice maggiormente al tempo di Avvento è quella del popolo peregrinante, noi siamo tutti popolo in cammino e il nostro pellegrinare non è un vagare smarriti, senza bussole e senza méta. Cristo è per noi luce che illumina e via che conduce al Padre. Da parte nostra, però, durante questo continuo pellegrinaggio, è richiesto l'atteggiamento della vigilanza. Vigilanza significa impegnarsi nel mondo e, allo stesso tempo, attesa per la venuta del Signore.
La vigilanza, inoltre, richiede ascesi, esige conversione e la conversione va dimostrata attraverso le opere. Ecco perchè il tempo di Avvento ben si presta a scuotere la nostra pigrizia e ad incoraggiarci nell'attuazione di opere buone.
Procediamo spediti verso il Natale del Signore, in attesa della sua seconda venuta gloriosa.